Eterno zarismo? l’Ircocervo vs Società Aperta e Libertà
L'azzardo di invadere l'Ucraina da parte dell'ultimo imperialismo rimasto in vita, sta trasformando la Russia nel buco nero dell'intero pianeta.
Dove voglia andare a parare esattamente Putin quando dichiara che non rinuncerà mai e
poi mai ai suoi “territori ancestrali”, non lo so. Sembra, ma dico sembra, affetto dalla antica
sindrome zarista, perpetuata dai bolscevichi con Stalin, secondo cui: “La Russia non è MAI
abbastanza grande per sentirsi sicura, e per non sentirsi vulnerabile, rende insicuri i suoi
vicini”.
Alla base del “potere russo”, del resto, si è sempre imposta l’obbedienza per scopi assoluti. Ma lo
scopo assoluto che oggi impone Putin potrebbe essere solo una rappresentazione teatrale, una
vecchia manfrina, da ammannire ai popoli, soprattutto al suo.
Un antico sentimento di angoscia profonda ha sempre agitato il cuore e la mente del popolo russo
per la propria sicurezza. Questa angoscia non nacque solo per i noti pericoli ai confini esterni, ma
per l’oppressione interna, selvaggia e l’uso sistematico della crudeltà come mezzo di governo che
i vertici politici e della burocrazia statale hanno sempre inflitto ai propri sudditi. Un sentimento
che si rintraccia abbondantemente anche negli odii, gli incubi, le doppiezze, le fantasie di
grandezza, le depressioni, gli sbalzi d’umore, il vizio alla delazione, il vittimismo, il
cospirazionismo, i furori e la cupezza dei personaggi che pullulano nella Grande letteratura russa
tra l’Ottocento e il Novecento.
Ma se c’è una cosa, una sola cosa, che tutti hanno imparato dalla Storia è:
“NON SI DEVE INVADERE LA RUSSIA!”.
Della vera o presunta paranoia di Putin e della sua cosca ci disegnò uno schizzo con nitida
veemenza esplicativa (all’inizio dell’”Operazione Speciale”) uno dei suoi suggeritori tale
Alexander Dugin “teorico” del suprematismo Grande russo (una copia scadente dell’inquietante
Julius Evola). Cosa scrisse questo Signore? “Questa non è una guerra con l’Ucraina. E’ il
confronto con il Globalismo come fenomeno planetario integrale. E’ un confronto a tutti i
livelli – geopolitico e ideologico. La Russia rifiuta tutto del Globalismo – unipolarismo,
atlantismo, da un lato, e liberalismo, anti-tradizione, tecnocrazia, grande reset, dall’altro.
NOI siamo in guerra esattamente con questo. NOI vogliamo essere un Grande spazio, un
Continente-Stato, una Civiltà-Stato. Vogliamo realizzare un campo di resistenza globale.
NOI vogliamo ritornare alle nostre radici: Cristiane, greco-romane – europee. Radici che
l’Occidente ha tagliato fuori. Sono rimaste solo in Russia. Qui coltiviamo la tradizione
contro il mondo moderno. Qui è la terza Roma”.
LO SCONTRO IN ATTO, QUINDI, SAREBBE CARICO DI FILOSOFIA?
Ma chi si può bere questa paccottiglia reazionaria, anacronistica sulle ragioni che hanno
indotto i russi ad aggredire l’Ucraina? Forse la metà dei cittadini russi isolati dall’informazione
mondiale e drogati dalla propaganda. “L’intollerabile repressione” subita dai russofoni (30%) nel
Donbass, (51%) in Crimea? Ma le “rivolte” secessioniste del 2014 nel Donbass furono
organizzate da agenti russi (Igor Girkin). Non furono appoggiate neanche da tutti i russofili (un
numero molto inferiore dei russofoni). Perciò intervenne direttamente l’esercito russo
costringendo l’Ucraina agli accordi di Minsk.
Assolutamente fuorviante la tesi di una reazione all’accerchiamento da parte della NATO.
Putin sa benissimo che i paesi NATO che gli stanno intorno sono dotati di efficientissimi sistemi
missilistici intercettori non di offesa. Ma poi, che razza di accerchiamento sarebbe questo se nella
sua enclave di Kaliningrad, alle spalle di chi lo accerchia, egli dispone di truppe d’élite e di armi
nucleari e convenzionali di ogni tipo?
Su cosa poggia la boria putiniana da Grande Potenza Planetaria che si permette addirittura
il ricatto e la minaccia atomica? Crede che l’Occidente sia marcio e debosciato e quindi
incapace di reagire e pronto a frantumarsi e sottomettersi? Certo, se accettassimo il ricatto russo
potremmo subirlo anche dalla Corea del Nord o dal Pakistan.
IL POSSESSO DELL’ARMA ATOMICA CERTO INIBISCE L’INVASIONE DEL PROPRIO
PAESE MA NON AUTORIZZA L’AGGRESSIONE DEGLI STATI CHE NE SONO PRIVI.
La Russia ha un Pil ridicolo, 36% inferiore a quello italiano. Come un classico paese del terzo
mondo è esportatore netto di materie prime, energia e prodotti agricoli. Produce ed esporta armi,
questo si, tante armi, la metà di quelle che vendono gli americani che hanno venticinque volte il
Pil russo. E’ importatrice netta di ogni produzione tecnologicamente matura e/o avanzata. Il 38%
della popolazione della Fed. Russa vive ancora senza acqua corrente e bagni dentro casa. Le
aspettative medie di vita sono 24 anni inferiori delle nostre. Il fenomeno della coabitazione
perdura anche nelle grandi città vetrina. In tutta la Russia profonda la carne è un lusso per pochi.
La Cina, proprio facendo tesoro della globalizzazione, ha continuato a crescere in Pil quasi di una
Russia l’anno.
QUINDI, DI COSA PARLIAMO? Cosa aspira a diventare la Russia di Putin nel futuro
ordine economico mondiale (e di quello geopolitico), vuole ridursi ad essere il mercato di
sbocco della Cina o il Lebensraum di Cindia?
Secondo me il senso reale dell’aggressività russa corre su tutt’altre lunghezze d’onda.
La questione sicurezza è una narrazione ridicola. Così come ridicoli sono gli orpelli ideologici e
culturali tirati fuori dal repertorio ottocentesco della guerra di conquista per l’ultimo Grande
Impero Coloniale rimasto in piedi dopo l’estinzione di quelli di Francia e Regno Unito. Nel
mondo globalizzato delle società aperte si commercia, si tratta e si compete non si conquista.
ALTRE POSSONO ESSERE LE RAGIONI:
A - Una ragione banalissima, terra terra, potrebbe essere l’obiettivo personale di Putin di
trasformare la sua carica elettiva nel suo dominio a vita attraverso la guerra.
B - Una ragione più complessa: l’annessione dei “fratelli” ucraini per l’indispensabile
rimpolpamento demografico e il potenziamento slavo del continente russo.
C – Una ragione identitaria istintiva: Il terrore che il contagio democratico infetti
irrimediabilmente la caotica civiltà russa
D – Una ragione di crudo interesse di sopravvivenza: una volta accertata la impossibilità di
una integrazione nell’Unione Europea (undici fusi orari, e una popolazione di 140milioni di
individui, una enorme DDR?) e realizzato che il loro sistema istituzionale, economico-sociale
difficilmente può entrare in fruttuosa sintonia col processo di globalizzazione, si è scatenata la
vocazione terroristica e predatoria.
L’élite autocratica russa, molto prima di buttarsi nel criminale, terroristico, ingiustificabile
azzardo ucraino, ha cominciato una guerra ibrida senza quartiere alle democrazie occidentali già
dal 2008 (durante la grave crisi finanziaria) con una violenta cyber war e il finanziamento di tutti i
movimenti anti-sistema occidentali. Ha finanziato i fautori della Brexit, l’ascesa di Trump negli
USA, i violenti scontri sociali dei gilet gialli in Francia, le fronde no-vax durante la pandemia, gli
scontri armati tra opposte fazioni in Africa e M.O. anche per determinare ondare migratorie verso
l’UE che fungessero alla stregua di sanzioni non dichiarate.
MA PERCHE’? PERCHE’ SUCCEDE TUTTO QUESTO?
Perché l’intero Occidente, dopo Davos (2008) e dopo le ripetute COP (fino al 2021), si è
messo decisamente, ufficialmente e senza tentennamenti sulla strada del GREEN DEAL: No
fonti fossili. Transizione ecologico-energetica. Economia circolare. Come potevano
accogliere i russi questa svolta politica a U? Essi sono vissuti al minimo (benissimo i boss)
con la rendita monopolistica dell’interdipendenza con l’Europa fondata sulla vendita delle
loro risorse naturali. SONO semplicemente DISPERATI e l’unica reazione che hanno
saputo concepire, secondo la loro storia, mentalità, cultura e tradizione, è quella distruttiva.
Stanno provando in tutti i modi a destabilizzare e dividere l’Occidente alimentandone la
polarizzazione sociale e politica. Alimentando il terrore o la vigliacca indifferenza nei confronti
del destino degli ucraini massacrati e deportati ma resistenti ad oltranza. L’obiettivo oscurantista
è scassare la Globalizzazione in fase di realistica rimodulazione e bloccare, per oggi e per domani,
la transizione ecologica, colpendo l’Europa che ne è portabandiera.
Ai vetero comunisti che simpatizzano più che con Putin con la Russia, confondendo la Storia
con la Geografia, vorrei chiedere: siete proprio sicuri che Karl Marx non starebbe dalla parte
degli ucraini? Nel 1863, quando i polacchi insorsero contro l’opprimente dominazione russa
scrisse: “La libertà in Europa non può essere raggiunta senza l’indipendenza della Polonia. Per
l’Europa c’è una sola alternativa: o la barbarie asiatica guidata dai moscoviti le cadrà in testa
come una valanga, oppure dovrà restaurare la Polonia, proteggendosi così dall’Asia con venti
milioni di eroi”.
Putin negando l’esistenza stessa del popolo ucraino della sua Storia e cultura autonome,
esprime un atteggiamento genocidario più marcato dello stesso Stalin.
Ma ci sono anche i CORSI E RICORSI. Come Nicola I che nel 1853 aggredì gli ottomani per
espandersi a Sud-Ovest e, proprio in Crimea, i russi furono annientati facendo infrangere il mito
della loro invincibilità dopo aver sconfitto Napoleone, così Putin sta rischiando di infrangere il
mito della invincibilità della Armata Rossa che sconfisse Hitler.
“Questa guerra finirà senza vincitori né vinti”, continuano ad affermare in varie occasioni le
autorità militari USA, “con il ripristino dei confini antecedenti all’invasione”. Vedremo cosa
decideranno gli oltre 550mila armati ucraini insieme ai loro leaders.
Intanto, lo scontro è impantanato con alterni avanzamenti e ritirate. Dall’iniziale 23% di suolo
ucraino occupato nella prima ondata, ora la Russia ne occupa il 19%. Putin, con la decisione della
Corte Penale Internazionale, è diventato ufficialmente un criminale di guerra catturabile in 123
Stati del Mondo.
Il cosiddetto Occidente, la Cina, l’ONU (per quel che conta) dovrebbero cominciare a meditare,
piuttosto, sul concreto pericolo di una disintegrazione fuori controllo della Fed. Russa e sul
dannoso dilagare della russofobia dopo questa infame, barbara aggressione nel cuore dell’Europa
e a come porvi rimedi utili per mantenere la pace.
L’isolamento della Russia di Putin è ormai pressoché totale. Cina, India e Brasile hanno
finalmente approvato, dopo i precedenti voti di astensione, la risoluzione dell’ONU
A/77/L65 del 26/04/2023 che riconosce e condanna l’aggressione russa dell’Ucraina. In più, la
Cina sta stringendo accordi di stretta collaborazione con le grandi repubbliche dell’Asia centrale,
un tempo vassalle dell’impero russo.
IN CONCLUSIONE. Anche se la speranza è l’ultima a morire, tranne imprevedibili
avvenimenti sul campo di guerra e/o al vertice della Cosca mafiosa del Cremlino, non credo che si
manifesteranno condizioni realistiche, eque e accettabili per una trattativa di pace.
INTANTO, con l’ultimo bilancio militare 2025/26/27 che stanzia 450 Mld di $ per lo sviluppo di
nuovi sistemi d’arma e per le munizioni, l’economia russa che aveva mostrato una certa resilienza
e una buona capacità di adattamento, sta entrando in forte fibrillazione che si manifesta con
inflazione, svalutazione del rublo, alti tassi di sconto. La riconversione in una economia di guerra
sta producendo un elevato surriscaldamento e forti crisi in tutti gli altri settori dell’economia per
carenza di risorse finanziarie e di risorse lavorative, soprattutto tecniche e specializzate.