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Spazio&Tempo uniti nella lotta

Tutti vogliamo muoverci a velocità crescenti senza renderci conto che così facendo contraiamo lo spazio. "Il tempo è denaro", produce solo fretta, affanno.

L’aspetto più paradossale di una società che determina con la sua crescita infinita la
contrazione del proprio ambiente sta nella congestione dello spazio e del tempo. Una civiltà
nata per risparmiare spazio e tempo scarseggia sempre più drammaticamente dell’uno e
dell’altro.
La congestione dello spazio è il fenomeno più evidente.
L’aumento della velocità – perseguito, secondo la filosofia della crescita, come valore in sé
– fa guadagnare spazio. Ma la necessaria riorganizzazione dello spazio in funzione della
moltiplicazione dei mezzi di trasporto veloci, accresce i vincoli del suo uso (prescrizioni, divieti,
irrigidimento dei percorsi, differenziazioni degli spazi ecc.) fino al punto in cui i vantaggi
dell’ampliamento potenziale dello spazio disponibile sono compensate dai costi di quelle
costrizioni; mentre la moltiplicazione degli oggetti veloci determina effetti di costrizione fisica,
che ne riducono la velocità effettiva.
Insomma, poiché lo spazio è un bene posizionale, il cui valore dipende dalla sua scarsità o
esclusività rispetto il consumo altrui, i costi della sua riorganizzazione sono crescenti, e i
rendimenti dell’aumento di velocità sono decrescenti.
E’ la pretesa di muoversi tutti a velocità crescenti che contrae lo spazio. E le tecniche
di pianificazione spaziale possono redistribuire gli effetti della congestione, ma non ridurla.
Anche il tempo, ovviamente, è un bene posizionale, chi lo consuma non è tanto interessato
al bene in sé, ma alla sua capacità di segnalare uno status. E anche per il tempo è vero che una
società sviluppatasi all’insegna del suo risparmio (il tempo è denaro), difetta più di tempo, e
produce il suo negativo, la sua entropia: la fretta.
Mai nella storia degli uomini, il miglioramento delle condizioni sanitarie e l’aumento
costante della produttività del lavoro ha messo a disposizione tanto tempo.
La congestione del tempo disponibile si manifesta sotto varie forme: allungamento dei
tragitti (che già da solo divora da un terzo alla metà del tempo liberato dal lavoro), la
complicazione delle attività amministrative-burocratiche necessarie per disporre dei beni e dei
servizi, l’affollamento fisico dei beni da utilizzare, il numero delle decisioni da assumere nel
tempo disponibile.
Il risultato di questa congestione è una società sempre più concitata nella quale i beni si
svalutano rispetto a un tempo sempre più scarso e raro. “Non ho tempo” è il motto della società
per cui il tempo è denaro. Avviene anzi che la scarsità di tempo diventi essa stessa un bene
posizionale, un valore distintivo di una elevata posizione sociale; ed essa finisce per essere
perseguita – consapevolmente o no – come fine a se se stessa. Così, accelerando il ritmo della
vita, se ne degrada e svaluta il senso. La satira del “Tempi moderni” si sposta dalla catena di
montaggio (che fortunatamente non esiste più) alla catena di consumo. Diventa emblematica
del tempo perduto.

Tommaso Basileo

®TommasoBasileo - 2024

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