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Un modello di apprendimento innovativo

Far evolvere il sistema di apprendimento è essenziale e indispensabile in una società in continua e veloce trasformazione, se non si vogliono ridurre i cittadini in analfabeti funzionali.

L’ipotesi da cui è necessario partire è presto detta: esiste un divario umano,
tendenzialmente crescente, tra la complessità del mondo e la nostra capacità di
fronteggiarla.
Il modello tradizionale dell’apprendimento conservativo risulta del tutto inadeguato ad
affrontare questi problemi. Esso era infatti concepito per adattare la personalità dell’uomo (e
soprattutto delle èlites) alle esigenze di società relativamente poco complesse e che evolvevano
secondo ritmi lenti.
Poiché i mutamenti dell’ambiente sociale erano discontinui, il sistema educativo vi si
adattava attraverso procedimenti pragmatici, di reazione, per tentativi e approssimazioni, agli
choc. Ma in un ambiente sociale percorso da un flusso continuo e tumultuoso di “incursioni”
questo modello si è rivelato drammaticamente superato. Nelle società ipersviluppate l’istruzione
rischia di rappresentare il settore più sottosviluppato. L’apprendimento non può reagire
all’innovazione continua con il metodo traumatico dell’adattamento ex post.
L’apprendimento innovativo comporta una profonda rivoluzione culturale
nell’insegnamento tradizionale. De Rosnay – un biologo-sociologo francese – ha tracciato una
icastica caricatura del modello tradizionale, rilevando come esso possa essere raffigurato nei
termini del processo di produzione. La divisione del lavoro è sostituita dalla divisione del sapere.
Il processo educativo è rappresentato da un input minimo e fisso di nozioni ripartite per materie,
inserite a vari livelli della torre di distillazione (i gradi del sistema scolastico) la cui lavorazione è
sottoposta al controllo di efficienza degli esami, e che sbocca nell’output del diploma.
Tutti i tentativi di modernizzazione di questo modello lasciandone inalterate le strutture e
le caratteristiche fondamentali sono votati all’insuccesso; per esempio: l’introduzione di nuove
tecniche pedagogiche, come “l’istruzione permanente”, ispirata ai principi comportamentistici
(Skinner) o l’istruzione assistita da computer.
Ciò che determina l’inefficacia del sistema, non è infatti (solo) l’inefficienza dei mezzi,
ma, soprattutto, l’inadeguatezza delle premesse e dei fini.
L’alternativa al modello dell’apprendimento conservativo, consiste essenzialmente
nell’adozione del “metodo sistemico”. Non si tratta, come afferma De Rosnay, di soppiantare
l’approccio tradizionale razionale e analitico, ma di integrarlo con un approccio intuitivo e
sintetico che consenta al tempo stesso di semplificare e di arricchire il processo di apprendimento:
semplificare, nel senso di ridurre la quantità disorganica di informazioni ricevute, arricchire, nel
senso di dar loro un significato, attraverso il loro inserimento in contesti, in quadri di riferimento
concettuali. In tal modo si rinuncia a trasmettere, a impartire un pacchetto fisso di nozioni e di
norme e si fornisce un apparato critico, dei quadri di orientamento, per la loro selezione,
acquisizione e valutazione.
Il metodo di apprendimento innovativo-sistemico si basa soprattutto sui principi di
anticipazione, di interrelazione, di partecipazione.
ANTICIPARE significa presentare la realtà sotto il suo aspetto dinamico, e congetturare
criticamente circa i suoi possibili sbocchi. In tal modo si introduce nell’apprendimento il senso
della durata, dell’irreversibilità del tempo, del suo flusso storico. E si affronta intellettualmente
questa realtà non come un dato, ma come un flusso che può essere orientato. Dunque, il principio
di anticipazione, con i più moderni strumenti di simulazione, introduce, nella personalità un
orientamento attivo e progettuale.
INTERRELAZIONE: la divisione astratta della realtà in diverse discipline, sulle quali si
basa l’insegnamento tradizionale, le presenta come un meccanismo da spiegare analiticamente,
smontandolo pezzo per pezzo. Non c’è che da conoscere le regole proprie di ciascuna disciplina,
conservate con solennità sacerdotale dal suo proprio corpo accademico.
L’apprendimento sistemico, invece, ordina la realtà per livelli sistemici: atomico, nucleare,
biologico, sociale, ecologico. Ciò consente di apprenderli nelle loro connessioni “spaziali” e
soprattutto raggrupparle, anziché per materie, per “analisi di problemi”, selezionati in base alla
loro rilevanza per la vita sociale e trattati utilizzando le diverse discipline, considerate come
approcci metodologici attorno ad un asse centrale di riferimenti.
L’approccio per temi e problemi (es.: l’origine della vita, la deriva dei continenti,
l’esplosione o il crollo demografico, il problema energetico ecc.) consente di cogliere i fatti in
contesti specifici e significanti; di cogliere il legame tra il fatto grezzo e il contesto che lo rende
operativo (Piaget); di non separare quindi i fatti dalle loro relazioni; e di non separare la
conoscenza dall’azione.
PARTECIPAZIONE: non prevede certo di eliminare la figura dell’insegnante o
dell’esperto, ma nell’istituire tra l’uno e l’altro un rapporto circolare di assistenza e di
stimolazione, di interrogazione, che non limiti l’insegnamento ad una trasmissione unilaterale di
algoritmi, ricette e programmi preconfezionati, di una cultura inerte e in gran parte obsoleta e
morta; ma lo sviluppi in uno scambio creativo, nel quale albedue si arricchiscono, in un rapporto
aperto di interrogazione reciproca.
Così il rapporto tra chi insegna e chi impara non diventa più una relazione rigidamente
dicotomica, unidirezionale, ma un rapporto ricco di interdipendenza, secondo le diverse esigenze:
da quella tradizionale della lezione a quella del learning by teaching.
Questa evoluzione del modello di apprendimento è indispensabile se non vogliamo che
il cittadino medio della società post-industriale si trasformi in un analfabeta funzionale
disorientato ed eterodiretto nella maggior parte delle manifestazioni della sua vita sociale:
dipendente da oggetti, servizi, linguaggi, regole, che non è in grado di padroneggiare.
UNA NOVITA’ DIROMPENTE, secondo alcuni, e che può trasformare l’apprendimento
tradizionale nella direzione qui indicata è l’applicazione dell’ IA.
a) Gli algoritmi di IA consentirebbero di adattare i contenuti educativi alle esigenze
individuali degli studenti; b) Tecnologie come chatbot stanno ridefinendo il modo in cui gli
studenti apprendono e gli insegnanti pianificano le lezioni; c) L’introduzione di IA nelle scuole
presenta nuove sfide, come la necessità di formare i docenti e affrontare questioni etiche e di
privacy.

Tommaso Basileo

®TommasoBasileo - 2024

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